Sanremo

La riviera dei Fiori tra Sanremo e Bordighera

La Riviera dei fiori tra Sanremo e Bordighera raccontata da Geco Gaudenzio by Goditilavita

“Arrieccomi” in giro con la Bipede ciecata che finalmente esce dalla tana. Si comincia la vacanzina che è sempre foriera di conoscenze di luoghi, cose, quadrupedi e bipedi, ma soprattutto di attività enogastronomiche alla scoperta questa volta della parte di Liguria tra Sanremo e Bordighera.

Ovviamente quando si arriva e si rileva che il frigo piange e la voglia di andare al supermercato manca… cosa di meglio di un locale già conosciuto?

BaiXaricò a Ospedaletti offre ottime pizze anche per chi apprezza impasti non convenzionali ma sempre con lievito madre. Oppure si può optare per un’insalata… non aspettatevi la classica ciotola da baretto in pausa pranzo, qui da BaiXaricò, la ciotola è di pane. Come diceva il Grande Totò: “A proposito di politica… ci sarebbe qualcosa da mangiare?” stasera la proposta ben accetta è una tartare di Gambero Rosso.

Comincia così… Me ne sto beato attaccato al muro che ancora risente della giornata di sole precedente e godo del caldo e dei primi raggi dell’alba. Anche la coda è abbandonata nel torpore e la pachidermica Bipede incombe a documentare il sorgere del sole ma io dico … Dormi no?

Primo bagnetto ben ancorato al corto pelo della Bipede con un mare fantastico agli storici bagni Giunchetto, al tempo serra vivaista oggi ristorante stellato. La gestione monegasca lo vorrebbe cinque stelle e la location è davvero bella, se vi piace lo stile marittimo provenzale. Qualche pecca però io ve la segnalo, sicuramente il prezzo delle bevande al bar tipo: caffè espresso 3 euro, e se lo chiedi americano per l’aggiunta di acqua calda il prezzo lievita a 5. Essendo in origine una serra è probabile che ancora vi siano degli alberi di arance che a richiesta vengono utilizzati dal personale, poiché solo con un costo di manodopera di tale livello si spiega il costo applicato per una spremuta pari a ben 5 mila lire e passa di vecchio conio, il tutto preso al bancone e servito in bicchieri di carta. Se decidete di fermarvi in questo angolo di paradiso quindi, sappiate che al già non economico costo per lettino e ombrellone, 20 euro a bipede, dovrete mettere in conto anche bevande e cibo poiché è severamente vietato portarsene da casa.

… tra l’ora del rientro spiaggia, il tramonto e la cena … me ne vado Gecogirando per Sanremo e scopro che non è solo il lungomare modaiolo o il Casinò e neanche la sede storica del Festival.

Il vero cuore è La Pigna, questo l’antico nome e oggi rione storico. Si sviluppa in alto proprio come una pigna e il dedalo di viuzze e caruggi possiamo pensarli come gli interstizi tra le sue brattee legnose. L’aria antica, medioevale e puzzolente riporta al passato e oggi passeggiando rigorosamente a piedi a dorso di Bipede m’immergo totalmente nella fantasia. Torno al tempo in cui sui rettangoli di sasso che segnano il percorso, le carrozze nobiliari o più probabilmente i carretti dei mercanti le percorrevano rischiando di schiacciare i villici contro i muri. Ovunque questa città mostra la decadenza di un quartiere oggi abitato perlopiù da extracomunitari… pensandoci è probabile che lo fosse anche in epoche passate. È davvero un peccato, ma anche questo è il fascino della Liguria, come un pirata sudicio e trasandato, ma con le dita ingioiellate.

Colazione in balcone…

Sotto scorre l’Aurelia che nonostante il traffico delle 9:30 non riesce a zittire il cicaleccio dei grilli e i richiami dei gabbiani. Il profumo dei pini mi arriva fresco e persistente, con la tazza di caffè in mano osservo il mare piatto il suo ondeggiare placido con le mille lucette che i raggi di sole giocano ad accendere, mentre l’improbabile faccione sornione di Gatto Garfield osserva me dalla tovaglia.

Come spesso accade nel mare di speudo pentastellati del turismo, (ricordate vero il caffè a 3 euro in bicchiere di carta e la spremuta a 10 euro ?!?) si trovano mondi inaspettati wow!

Come è capitato a me che sono approdato nel mio Gecogirando per la Riviera Dei Fiori, regno di quella che io chiamo: “ … la puzza sot al nas…” alla Byblos Beach di Opedaletti.

Ora bisogna premettere che in questa parte di ponente ligure le spiagge sono in realtà scogli, piccoli moli ricoperti di sassi e attrezzati, ma tra quelle visitate in questi giorni, spicca proprio la Byblos Beach che vi consiglio caldamente sia per i prezzi.  8 euro a lettino e caffè in tazzina 1 euro, sia e soprattutto per l’accoglienza, la simpatia e la disponibilità dei gestori Giancarlo e Isabella con tutto lo staff. Una piccola realtà che ha saputo cogliere lo spirito imprenditoriale coniugandolo con le esigenze del turista. In sere dedicate poi il ristorante, che già propone prelibatezze al mezzodì, diventa luogo conviviale con le spettacolari grigliate a 25 euro e ottimi vini. La chicca senza chiedere: le salviettine imbevute per chi sceglie il pesce. Spartano, semplice , ma con quel tocco di qualità e attenzione, le coccole si sa conquistano.

Bordighera alta o la città vecchia, quasi tutti i luoghi in Liguria hanno una parte a mare e una parte ai monti o comunque la “Vecchia” … in alto sorveglia tutto come una nonna guarda cosa combinano i nipoti a volte rammaricandosi a volte congratulandosi.

Ci si arriva anche arrampicandosi per una bella e odorosa pineta, piena di sentieri, statue e panchine. E’ bello e riposante sedersi qui e ascoltare … a volte anche un rumorosissimo motorino, eh già. Vabbè dai Bipede, scendiamo che porto te e l’amica che ci ospita a cena, ma prima mi fermo a conoscere lo shop dell’ oleificio Salvo, un’azienda che da più di un secolo sfida gli elementi e madre terra con i suoi terrazzamenti di ulivi, traendone un prodotto speciale che fa da base anche a tutte le preparazioni. Se passate da queste parti consiglio di acquistare uno di questi squisiti cadeaux.

In genere il fiuto per i posticini dove il cibo, la cortesia, la simpatia e la competenza si sposano perfettamente non manca.

Nello scorso giro per la Pigna ho notato un ristorante, il menù esposto recita di cucina del territorio … ovvero il tutto e il nulla! A incuriosirmi è stato l’ambiente, se non leggi Taverna 29, ti pare di entrare in una casa privata e infatti, scopro che è proprio così o almeno è così che ti fa sentire Natale il proprietario di questo piccolo locale alla base della passeggiata di La Pigna. Natale ci racconta tra un brindisi e l’altro di un sogno che lo ha portato a cambiare completamente vita e a dedicarsi alla riscoperta delle antiche ricette, con il loro gusto e i profumi, quelli che ritrovi nei piatti sapientemente cucinati e serviti, accompagnati dalla premura e attenzione per ogni ospite presente.

La scelta dal menù comunque vario sia in mare, sia in terra è caduta sulla Cima alla Sanremese, da non confondere con la genovese è tutt’altra cosa.

Carne tenerissima e un morbido ripieno di verdura e pinoli, ma il gusto lo dà la salsa verde, davvero notevole. Poi un piatto antico… cotto nel brodo di funghi porcini, ecco le Seppie Zimin, le patate cotte anch’esse nel brodo creano un piatto gustoso e ricco. La chicca è il pane di Triora fatto in casa con grano 1 e crusca e dei taralli friabili il giusto all’olio taggiasco, rigorosamente prodotto dalle olive di Natale. Si perché il ristorante utilizza materie prime il più possibile a Km0. Una serata da ricordare, un posto da consigliare, anche per la scelta della carta dei vini … avete mai provato il Granaccia?

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