Austria tra sci e calici per il vino

Un week end in Austria

ed è subito la colorata Kufstein ad accogliere me la Bipede imbacuccata a tre strati di lana e tessuti tecnici, poiché qui il freddo a gennaio è decisamente tenace.

Ci sistemiamo all’Arte Hotel, proprio a due passi dal centro. Un hotel moderno con un concetto un po’ fuori dagli schemi. Difficile darne una classificazione in stelle, per me è un quattro. Nonostante la reception non sia presente 24h, il servizio di sicurezza è garantito dai dispositivi di apertura legati alla chiave della propria camera. In questo hotel non stupisce trovare esposte le opere di giovani artisti, oppure capitare nella convention di musica all’ultimo piano. Io non mi fermo e vado sempre più in alto, dove posso godere del calduccio nel piccolo e molto curato centro benessere, con una vista mozzafiato sulla Fortezza. C’è la palestra e un bar che ospita anche un’eccellente colazione a buffet. Potrete godere di birre, cocktails e altre specialità.

Sono pronto per visitare una delle attrazioni davvero particolari …

un’azienda che produce bicchieri. Come gli antichi maestri vetrai che siamo abituati a vedere a Murano, qui la Riedel Glass è assolutamente il leader incontrastato. La visita dall’alto è emozionante, un luogo caldo quasi al limite dell’asfissia, osservo le fornaci dove il vetro, la materia prima , esce incandescente e si trasforma in uno splendido calice nelle sapienti mani degli artisti. Lo sapete che ogni calice fa vivere i sentori, profumi e sapori di uno stesso vino in modo diverso? Provate anche voi! Lo show room poi è l’apoteosi di tutto ciò che si possa desiderare in termini di bicchieri, vasi e tutto il mondo del fragile e splendente vetro. Sono incuriosito dai calici neri che mi spiegano sono usati soprattutto per i corsi di sommelier per non distrarre i sensi dalla vista del colore del vino.

Dai bicchieri per il vino ai boccali per la birra passando per un gin tonic nel locale più famoso lo Stollen 1930. Oltre 800 bottiglie di gin, una vera raccolta mondiale. Se soggiorni a Kufstein non puoi non gustare un aperitivo in questa grotta riscaldata. Entro e, come in una macchina del tempo, sono trasportato quasi al secolo scorso, tra la musica di sottofondo, griglie e rastrelliere, poltrone e oggetti, fino ad arrivare ai bartender sorridenti e in costume d’epoca che creano ogni sorta di cocktail a base di questo incolore distillato di cereali che prende il profumo e il gusto dalle bacche di ginepro con cui viene macerato assieme ad altre erbe e spezie. Qui non è arrivata la moda dell’happy hour perciò mi appropinquo al ristorante attraversando un serie di sale, scale e passaggi.

Rieccomi tornato ai giorni nostri al tipico Auracher Loechl

Il ristorante a ponte tra due tipiche case del centro storico dove l’intimità e il godimento per la vita è il leitmotiv dei gestori. Esco sazio e satollo e me ne torno in hotel osservando ancora una volta gli affreschi con cui sono dipinte le case. Penso che ogni disegno è una storia come il personaggio che compare sull’insegna dello stesso ristorante: il Generale Barbone Andreas Hofer che, vedi la coincidenza,  prima di essere comandate tirolese era appunto un oste.

Nulla è più corroborante di una bella passeggiata mattutina attorno al lago ghiacciato. Seeee ditelo alla Bipede! Il paesaggio è tutto bianco, sono due i passaggi che si possono distinguere in questa distesa, quello pedonale e quello per lo sci di fondo entrambi percorrono la circonferenza del lago Thiersee uno dei piccoli ma attrezzati centri sciistici poco distanti da Kufstein.

Passeggiando con l’aiuto di una guida naturolistica, scopro che ci sono punti di questo lago e nel bosco che lo circonda pieni di energia

All’improvviso un piccolo falò di erbe e incensi mi avvolge portandomi con la mente in luoghi magici. Avvolto dalla nuvola profumosa ascolto le storie della natura e anche la Bipede sembra non sentire più il freddo. Rientro a Kufstein dove ci aspetta la visita alla Fortezza che domina la cittadina e che ha una particolarità: tutti i giorni a mezzogiorno un maestro di musica suona la tastiera posta in una casupola dell’Organo degli Ero. Questo strumento fu realizzato in memoria dei caduti della prima guerra mondiale, e le sue canne sono situate in alto, in cima alla Fortezza. Niente paura, per chi non volesse farsi un numero imprecisato di gradini o camminare per circa 30’ può prendere la comoda funivia. Se decidete di assistere al breve concerto in inverno assicuratevi di avere con voi almeno uno di quegli aggeggi scalda mani e di essere ben coperti.

Torniamo verso l’Italia diretti dal nostro prossimo ospite a Sillian presso lo SportHotel

proprio di fronte alla funivia che porta gli appassionati di sci in uno degli spettacolari comprensori. La neve farinosa e compatta offre agli sportivi divertimento per tutti i gradi di esperienza e di età. Lienz, poco distante, ci offre lo spettacolo di uno sport che non avevo mai visto fino ad oggi: le discese acrobatiche in mountain bike chiodate al posto degli sci., certo che voi umani le inventate proprio tutte.

Faccio una sosta in uno dei caffè del centro, dove mi limito a guardare con ingordigia una favolosa fetta della torta che a mio avviso rappresenta al meglio il Tirolo, la Linz Torte: pasta frolla preparata con farina di nocciole tritate e aromatizzata con cannella e chiodi di garofano, poi farcita con confettura di ribes e infine coperta con un reticolato molto fitto di striscioline di pasta e completata con filetti di mandorle. Dopo striscio via alla volta di Castel Bruck, sede anche del museo civico e che mi pare la cosa più tipica di questa cittadina. Prima però mi fermo al mercato contadino allestito nella via pedonale. wurstel avvolti da formaggio e pancetta oppure da pepe nero o i semplici kaminwurstel affumicati.  Non resisto e circuisco la Bipede per portarne a casa una scorta.

Il Castello non sembra diverso da tanti altri ma …

appena entro nella piccola cappella resto folgorato. Affreschi che sembrano dipinti di fresco con colori ancora vivacissimi e che raccontano la storia degli ultimi Conti Gonzaga e della non felice unione tra i due, voluta, come spesso accade in quei tempi,per politica e a garanzia di procreare discendenze, una contrattazione durata almeno due anni. Ora immaginate una giovinetta mantovana , Paola di soli 15 anni, che lascia la dimora natia per unirsi in matrimonio con Leonardo Conte di Gorizia di vent’anni più vecchio e sradicata per vivere a Castel Bruck. Quello che noi oggi ammiriamo e su cui anch’io fantastico, sognando di dame e cavalieri, per Paola dovette invece essere un incubo. Nonostante i suoi innumerevoli bauli pieni di ricco vestiario e la servitù al seguito, niente riuscì a far dimenticare e ancor meno a far adattare la giovinetta nata e cresciuta nella corte solare e raffinata di Mantova. Come si suol dire: “L’uomo propone e il fato dispone…” Paola non ebbe eredi maschi e da quel che si conosce nemmeno un figlio che sopravvisse per poter ereditare.

Ai giorni nostri la cappella è molto richiesta per i matrimoni civili, mi domando se per ignoranza sulla storia che vi è rappresentata oppure per scaramanzia.

Nella terra della birra e del gin, anche la grappa non può mancare

Quella che sa di pera Williams o di  mela Golden o sapientemente miscelate come per la Pregler (etichetta 1) con la frutta dei frutteti della fattoria Kuenz a Dolsarch sede di un’antica e tradizionale distilleria di Acquavite. Pensate che la concessione per distillare risale a Maria Teresa D’Austria.

E’ bellissimo sentire raccontare di come nasce questa grappa. Di come passione e lavoro coniugano impresa e cultura, nessuna aggiunta di sostanze aromatiche o zucchero,  ma solo con la frutta raccolta al momento giusto e aggiunta alla macerazione nei campi attigui all’antico maso di 400 anni, per un prodotto di nicchia e che conta poche migliaia di litri l’anno. Ogni bicchierino è una delizia: difficile poter scegliere.

Il breve soggiorno in Tirolo è concluso

Gli irrinunciabili amanti dello sci testano le piste con le ultime discese, io mi godo ancora il centro benessere dello SportHotel di Sillian, una particolare sauna che riproduce una vecchia cucina da maso con tanto di pentola sul braciere. Non manca una piscina calda e fumante che porta anche all’esterno dove godere del calore circondati dal giardino innevato. Questo hotel ha tutte le carte in regola per essere davvero una buona base di partenza, anche per visitare la famosa Loacher a circa 15’ di passeggiata. Le camere sono spaziose e ben arredate, solo un accortezza, nonostante sia un 4 stelle superior,  il frigo bar lo dovete chiedere alla reception altrimenti passerete del tempo a cercarlo pensandolo in qualche anfratto o stipetto.

Nota tecnica: tutta l’Austria e il Tirolo sono raggiungibili e collegati sia con ferrovia, sia con bus e skibus gratuiti per tutti gli impianti, la neve in questo periodo è fantastica e credetemi qui sanno davvero trattarla bene, dimenticate la città, lo smog e cosa più importante l’auto.

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