Lo Swarowski Crystal Worlds di Wattens, a due passi da Innsbruck, è il Paese delle Meraviglie per Alici di tutte le età.
Lì, mentre l’eterno miracolo della rifrazione delle luci si ripete in composizioni sempre più ardite, si perde la cognizione del tempo e dello spazio. Già dall’esterno si intuisce l’impostazione fiabesca del museo: una collina verdissima, con tanto di occhi e naso, sputa in un gran vascone cascate di acqua cristallina.
Le fotografie sono d’obbligo.
In realtà, l’intero percorso del museo si affronta con lo Smartphone in mano, nella speranza di carpire scintille di luce ad eterna memoria. Per chi non sospende l’incredulità, l’allestimento ipermoderno del museo potrà sembrare un nonsense completo. Se invece si rinuncia a cercare una logica diversa dalla ricerca di stupore, il movimento fra le sale sarà moto fluido di sorprese.
Il leitmotiv è il contrasto fra il nero e il bianco, fra il buio e la luce. Una sapiente illuminazione enfatizza ciascuna delle fantasiose declinazioni di cristallo che impreziosiscono le sale, ognuna a tema diverso.
Ci accoglie, rifulgente, un cristallo da 300.000 carati, il più grande del mondo.
È l’unico dei lotti coerente con la nostra idea di museo. Del resto, la parola “museo” è assente nella denominazione tedesca, Swarovski Kristalwatten, e in quella inglese, Swarovski Crystal World. Nelle sale d’esposizione non comparirà più nulla di didattico, con buona pace di quanti avrebbero preteso nozioni sulla lavorazione del cristallo o su prodotti storicamente significativi.
Tutto il resto è arte, non sempre di ovvia interpretazione: c’è un teatro meccanico con manichini in danza, un geoide che, tramite la particolare posizione degli specchi, suggerisce l’idea di trovarsi dentro un cristallo, con un effetto straniante che può destabilizzare, vestiti e scarpe tempestati di cristalli, il paramento completo di un cavallo in puro Swarovski.
Cascate di luce vivacizzano inaspettatamente il corridoio: chi cammina è inondato da baluginii in rapido movimento con effetto decisamente dirompente.
Addirittura la toilette dello Swarowski Crystal Worlds è preparata in modo da sorprendere con le sue luci.
Al termine del percorso museale, c’è il tocco di genio. Chi ha ammirato le opere in sala ed è dispiaciuto all’idea di abbandonare quel luogo magico per tornare alla grigia realtà trova uno store che permette di portar via una scintilla di luce a prezzi non certo popolari, ma neppure troppo scoraggianti.
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