Vincent City: una città di fantasia
Vincent City, per il catasto italiano, non esiste.
Per gli amanti dell’arte contemporanea, è invece una delle capitali della Puglia.
Sorge nella campagna di Guagnano, tipico paesotto salentino a Nord di Lecce, a torto tagliato fuori dai circuiti turistici convenzionali.
Senza indicazioni, è difficile raggiungere Vincent City, superba nel nome come nelle dichiarazioni di intenti.
Non è neanche lontanamente una città, almeno nelle dimensioni, ma ha una percentuale di arte per metro quadro che non ha pari nel resto del mondo.
Arte o paccottiglia?
Difficile discernerlo.
Tutto è stipato, unito, sovrapposto, appaiato in una sorta di democrazia del colore in cui tutto può giustapporsi e mescolarsi.
Peluche dozzinali convivono con statue in marmo, simboli religiosi si sperdono in luoghi profani. Stili classicheggianti si aprono a invasioni orientali, l’utile e l’umile, il sontuoso e l’esoso si accavallano senza soluzione di continuità.
La cucina, la camera, i luoghi del vivere domestico non si sottraggono a questa logica d’accumulo: sono anch’essi arte, nati per essere guardati più che usati.
Vincent Maria Brunetti
Signore e padrone di questo luogo fuori dalla realtà è Vincent Maria Brunetti, artista a tutto tondo, che, dopo un inquieto passato, ha trovato pace nel suo eremo salentino.
Un eremo abusivo, secondo la legge.
Uno schifamondo in cui solo i buoni hanno diritto di accesso, secondo lui.
Vincent City cresce di anno in anno: gli artisti ospiti lasciano tracce indelebili del loro passaggio.
E ancora…
I mosaici, colorati, arditi, bellissimi, sono ad esempio di Orodè.
Nella galleria d’arte si rifugia a dipingere il mondo lo stesso Vincent Maria Brunetti con i suoi collaboratori.
Le reazioni di chi visita Vincent City a Guagnano sono sempre accese.
Che si urli al capolavoro o all’impostura, però, poco importa.
Sarà come sempre il tempo il solo, vero, unico giudice.
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