Missili a Folgaria
I missili della Base Tuono puntano da cinquanta anni contro Mosca.
L’altopiano di Folgaria non li nasconde e non li ostenta.
Sono lì, poco dopo Capo Coe, discosti dai campi da sci, mimetizzati dal verde della natura eppure inequivocabili.
Che farne?
Che fare di questo simbolo di sospetto e morte, che sorge, ironia della sorte, in una zona di pace?
La tentazione di smantellare tutto c’è stata, è vero.
Non è cancellando le tracce del passato che si prepara il futuro, però.
Base Tuono
Così, la sede militare di Base Tuono, con i suoi strumenti informatici che furono all’avanguardia e che adesso fanno quasi tenerezza nel loro inetto gigantismo, si è fatta museo all’aperto.
L’impatto emotivo, nell’avvicinarsi a Base Tuono, è dirompente. Troppi film d’azione, troppi libri di spionaggio hanno sovraccaricato la fantasia occidentale. Troppo netto è il contrasto con lo scenario idillico a cui si contrappongono.
I più giovani, che della Guerra Fredda sanno poco, nel freddo della temperatura montana avranno molto da apprendere. Le prove muscolari fra USA e URSS, la corsa agli armamenti, la tecnologia come strumento d’offesa.
La visita è guidata spesso da ex militari NATO, che dal 1966 al 1977 hanno pattugliato Base Tuono, ne hanno abitato i bunker, ne hanno garantito la funzionalità.
Oggi come allora
Per raggiungere Base Tuono bisogna percorrere un breve tragitto a piedi: la macchina va lasciata 300 metri prima, in prossimità di un invaso artificiale, il Lago Coe.
Più ci si avvicina, più sembrano incombere, minacciosi, i tre grandi missili attorno a cui si incentra il luogo.
Inquieta rivedere nei filmati in bianco e nero proposti ai visitatori lo stesso scenario di oggi.
Quanto si sarebbero trasfigurati il lago, l’altopiano, la flora, immutati negli anni, se qualcuno, alla Base Tuono, avesse premuto in quegli anni terribili un minaccioso bottone rosso!
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