Ohla’ finalmente le ferie!
Vabbè ma mica posso starmene a oziare per dodici giorni dai. Dai che per andare dove stiamo andando si passa proprio per la Ferrari … un nome che è sinonimo di successi in almeno due campi, entrambi simbolo di ricchezza ed esclusività. Ma oggi vi racconto delle Cantine Ferrari quelle che dal sogno visionario del Giulio, dal 1902 sono il vino più famoso d’Italia.
Mi perdo tra il labirinto di bottiglie, ben 20 milioni. Se non fosse per il freddino costante, passerei giorni nello scalare queste intere pareti, mentre Sharon la nostra guida ci illustra il metodo di produzione. Ci racconta di come, girando con pazienza certosina le bottiglie, questa uva Chardonnay diventa l’impareggiabile spumante delle grandi occasioni. A proposito lo sapete che il vino si mette in frigo solo un giorno prima dell’utilizzo? Ma …se ho un’ improvvisata? Nessun problema: acqua, ghiaccio e sale, eccovi la formula per raffreddare senza danno e in fretta una pregevole bottiglia.
Una storia bella e triste come solo la vita reale può esserlo quella di Giulio Ferrari.
Una passione che non ebbe eredi, una vita spesa nel creare un impero e per fortuna l’incontro con un commerciante proprietario dell’enoteca del paese il Lunelli e la scelta. Sarà lui e la sua discendenza a perpetuare questo sogno. Oggi siamo alla terza generazione e l’impero prospera.
La mitica cantina acquista uve da 500 famiglie del territorio che con reciproco accordo, rispettano il rigido disciplinate circa la cura delle viti. Non sarebbe possibile con i suoi soli vitigni soddisfare le richieste del mercato, le famiglie sono libere e gli accordi ormai da generazioni sono con una stretta di mano, si amici qui anche gli imperi hanno davvero valori umani.
Vi dicevo che il Ferrari che tutti conosciamo, quello della grande distribuzione è fatto di uve Chardonnay, ma vi racconto anche di un uva pazza e bisbetica come alcuni umani che ho conosciuto, mai contenta.
Il Pinot Nero con il quale si produce il Ferrari nero in purezza, o lo ami o lo odi. All’olfatto assolutamente diverso rispetto al gusto che mantiene in fondo la nota amara tipica di quest’uva. Per chi ama lo Champagne lo consiglio poiché non è solo un’alternativa italiana, a mio avviso è molto meglio.
Eccovi il percorso del bello e del buono che vi suggerisco se passate in quel di Trento.
Il terzo dei castelli MMM (Messner Montain Museum) riconvertiti in museo voluti dal grande esploratore Messner che visitiamo è Castel Firmiano ad Appiano. Una storica dimora dove tutto gira attorno alla rupe centrale. Nelle torri che percorro in su e in giù trovo tante statue, tappeti, quadri, ricostruzioni di ambientazioni montane, usi e costumi antichi e moderni. Finestre che un tempo erano aperte e siti di avvistamento, oggi chiuse proteggono noi turisti e i preziosi interni , ma lasciano vedere lembi di montagna, cielo, nuvole. Un museo dedicato proprio ai monti e all’emozione che la natura da sempre regala a umani e animali. Non importa ciò che leggerai nelle didascalie o vedrai appeso alle pareti delle torri, il percorso guidato dalla voce di Reinhold che ascolterai dal tuo smartphone con il comodissimo QRCode ti renderà dotto.
Natura e uomo da sempre curiosi l’una dell’altro. La prima su dove puoi spingerti umano, il secondo affascinato sempre in sfida ma con la preghiera a sostenerlo, in modo puro come facevano i popoli alle origini dove non era ancora stato dato un nome alle religioni …
… Giro la coda un momento e …
figurati se la Bipede si perde l’occasione. La luce non è elle migliori , forse no … crea quella certa aureola che … Santo Messner che pazienza tocca avere, ma in fondo qui il tempo si perde, nel tempo stesso …
Antermoia hotel Putia.
Quest’anno i monti ci accolgono con pioggia e nuvole basse, qui non si parla di nebbia anche se l’effetto è lo stesso perchè ciò che da sempre mi colpisce è come questo posto abbia su di me un effetto così rilassante. Bando alla pigrizia pensiamo a cosa fare quando il tempo non consente uscite in trekking. Beh dai che è facile, io e la Bipede non abbiamo dubbi.
Si va a Cron4 il centro Wellness principe dell’Alto Adige.
Si trova a Riscone poco sopra Brunico, immerso in un parco. 9 saune di varie dimensioni ognuna con la sua caratteristica in legno, essenze, temperatura e finalità terapeutiche, 3 percorsi Kneipp. Come il grande scienziato ha insegnato acqua e caldo curano praticamente tutto.
Io mi butto nella sauna grande dove ad ogni ora maestri dell’Aufguss (soffio caldo) mi faranno sudare. Da geco ve lo garantisco! Le generazioni cambiano e così ti ritrovi che al posto dello scozzese in kilt che ti sventola calore profumato al ritmo di musiche celtiche. Batti le mani e balli spruzzando sudore amplificato al ritmo dei Dire Straits, con due bravissime maestre ne esco in preda all’adrenalina , ma con la mente ancora nel mondo della musica. Decisamente un modo diverso di rilassarsi ma non è sempre così, perché ogni maestro ha il suo approccio all’Aufguss, perciò nell’arco delle 3 ore minimo o della giornata si ha modo di provarne più d’uno. In fondo Kneipp sostiene: “ … se non occupi un pò di tempo per occuparti della tua salute, ne perderai molto per curare la malattia … “