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Il presepe: storia di una tradizione tutta italiana (e napoletana)

PRESEPE

Uno dei simboli del Natale è il presepe

Il presepe, la rappresentazione della capanna con Gesù bambino appena nato, tra Maria e Giuseppe, e riscaldato dall’asino e dal bue, è l’immagine più tradizionale del Natale. Chi, almeno da bambino, non ha sognato di giocare con le statuette dei pastori del presepe? Io da piccola lo facevo sempre. E ancora oggi mi piace andare a scovare i presepi a giro per l’Italia, non appena me ne capita l’occasione.

In questo post vi porto alla scoperta del presepe tradizionale italiano. Ti racconto qualcosa della sua storia e qualche curiosità che potrai rivenderti conversando durante il pranzo di Natale.

Ecco cosa vi racconterò:

Quando, come e chi ha inventato il presepe

L’invenzione del presepe si fa risalire a San Francesco. Egli chiese nel 1223 al Papa la possibilità di far interpretare a persone reali il momento della nascita di Gesù. Il Papa gli accordò il permesso, e da allora il presepe è entrato a far parte della tradizione del Natale. Attraverso la rappresentazione del bambinello, che nacque poveretto e che fu visitato inizialmente dagli strati più umili della popolazione (i pastori, i poveri, la gente della campagna) San Francesco voleva insegnare l’umiltà e la povertà, cui corrispondono la perfetta letizia, l’onestà e la grazia di Dio. Immaginate la sorpresa per i fedeli di vedere un bambino qualunque che impersona il bambinello. L’impatto emotivo doveva essere davvero forte.

Il presepe fu inscenato per la prima volta nel piccolo borgo di Greccio, in provincia di Rieti. Fu un evento talmente importante nella vita sia della Chiesa che di San Francesco, che fu rappresentato da Giotto nella Basilica Superiore di Assisi, nel ciclo pittorico che racconta proprio la vita del Santo.

La tradizione napoletana del presepe

Anche se è un’invenzione medievale del Centro Italia, è nella Napoli del Settecento che il presepe ha il momento di massimo splendore. Artigiani specializzati iniziano a realizzare le statue del presepe in creta dipinta, vestite con abiti veri, di stoffa, seta e pelli. Realizzano ambientazioni sempre più scenografiche e personaggi sempre più curati. Il presepe diviene una rappresentazione simbolica del mondo, della vita, della religione, perché ad ogni elemento del paesaggio e ad ogni personaggio viene attribuito un significato.

Accanto ai personaggi classici e fondamentali del presepe nel presepe napoletano trovano posto tante figure che assumono una simbologia particolare

C’è Benino (o Benito) che è il pastore dormiente il quale al tempo stesso sogna la natività eppure ne resta indifferente, perché continua a dormire. Il pescatore con la lenza e i pesci accanto: rappresenta San Pietro, “pescatore di uomini”. C’è la lavandaia, che rappresenta la verginità della Madonna. Il vinaio che indica il sangue di Cristo, e cioè l’Eucarestia. Allo stesso modo il fornaio che fa il pane è una figura purificatrice, perché suggerisce il Corpo di Cristo, e quindi l’Eucarestia. Tra le figure più simpatiche, poi, c’è il monaco cicciottello che rappresenta la commistione tra sacro e profano.

Anche gli elementi del paesaggio sono simbolici

Il fiume rappresenta la vita che scorre.Mentre il ponte indica il passaggio dal paganesimo al Cristianesimo. Il mulino con la ruota indica il tempo che scorre, ma che si ferma al momento della nascita di Gesù.

Dietro al presepe napoletano tradizionale c’è tutta una cultura interessantissima da scoprire. Perché non si perdano le tracce e gli insegnamenti di questa tradizione che risale al Settecento, ancora oggi si tengono dei corsi di presepistica. Qui gli artigiani, veri e propri artisti, imparano non solo a modellare e dipingere la creta, ma anche a confezionare le vesti e a realizzare in cera gli elementi di corredo, come la frutta, la carne, i pesci attributi dei singoli personaggi.

Dove vedere 3 tra i presepi tradizionali più belli in Italia

Scopriamo dove trovare tre tra i presepi più belli d’Italia.

Napoli è ancora oggi la capitale nazionale del presepe

A San Gregorio Armeno si trovano le botteghe tradizionali dove si possono acquistare le statuine del presepe e gli elementi del paesaggio, tutti fatti a mano. Passeggiare per Napoli sotto Natale è meraviglioso da questo punto di vista. A San Gregorio Armeno l’atmosfera si coglie ancora di più. A Napoli si parla proprio di vera arte presepiale.

Quello che a detta di molti è definito il presepe tradizionale più bello di Napoli è il presepe del Banco di Napoli, conservato nella Cappella Palatina del Palazzo Reale. Da molti è chiamato proprio per questo “Presepio del Re”. Tra gli autori delle sue statuette si segnala Giuseppe Sammartino, l’autore del Cristo Velato della Cappella Sansevero: ve l’avevo detto che è un presepe decisamente artistico.

Non occorre andare fino a Napoli per vedere un altro presepe napoletano tradizionale.

A Roma, nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano

Lungo via dei Fori Imperiali sul lato del Foro Romano, si trova un grande presepe napoletano settecentesco. L’ambientazione, che ricrea delle rovine antiche, è particolarmente pertinente vista la vicinanza con il cuore della Roma Imperiale, e una miriade di figure curatissime al dettaglio affastellano la scena.

A Imperia addirittura è stato realizzato un museo dedicato ad un presepe: il presepe, anch’esso settecentesco, è però di un artista genovese: Anton Maria Maragliano il quale, sicuramente conosceva il presepe napoletano. La sua opera, realizzata per una nobile famiglia genovese, si compone di più di 100 statuette, tutte abbigliate con abiti settecenteschi, che ci raccontano come si vestiva la gente dell’epoca.

Le statue del presepe di Anton Maria Maragliano, Museo del Presepe Imperia

E a te piace il presepe? Lo fai sotto le feste? Oppure sei più da albero di Natale?

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