Sta lì, appollaiata su un piccolo poggio ai margini del Pian Grande: eccola Castelluccio di Norcia. Piccola, minuscola verrebbe da dire. E bella.
Castelluccio di Norcia: lenticchie ma non solo
La trovate così, solitario avamposto sul fondo di una valle. Nel periodo che va da Maggio a Luglio sembra una Signora dei fiori. Tutta la conca in cui sorge è una festa di colori, di profumi. Fin dove lo sguardo arriva non può fare a meno di meravigliarsi. La sua fama si deve ad una definizione errata. Castelluccio, infatti, si lega allo spettacolo che il borgo offre da fine Maggio a metà estate, la fioritura delle lenticchie. Queste ultime, è vero, a Castelluccio non mancano: si sono meritate perfino la denominazione IGP. Ma ciò che fa speciale questi luoghi è quello che la coltivazione di queste leguminose rende possibile: il proliferare della vegetazione che l’accompagna rendendo tutta la piana la tavolozza di un pittore impressionista.
Castelluccio, allora, non è solo le sue buonissime lenticchie: Castelluccio è la Natura stessa che, anno dopo anno, vi ricorda la sua bellezza.
La strada da Norcia a Castelluccio
Se arriverete da Norcia – è la strada che ho fatto io – vi accoglierà sorniona, non mostrandosi subito. La provinciale che conduce nel mezzo del Pian Grande, la sp 477, si fa strada poco per volta in quella gigantesca radura. La prima cosa che vedrete saranno i prati erbosi: fino a non volerne! Distese di un verde brillante e luminoso che sarete indecisi se fermarvi lì o procedere oltre. Vorreste tuffarvici subito dentro. Io ci sono andato agli inizi di Giugno: l’aria era mite, ma non calda. Considerate che la media delle massime annuali in quelle zone è 10 gradi! Ma state tranquilli, che anche Castelluccio ha la sua estate, quindi non spaventatevi.
Informazioni utili: in seguito al sisma del 2016, la viabilità nelle zone di Norcia, Castelluccio, Arquata ha subito gravi danni. Ancora oggi alcune strade d’accesso alla piana vanno percorse con prudenza per i lavori in corso ed altre hanno una percorribilità limitata. Se avete in mente di andare ad assistere alla fioritura, quindi, contattate la proloco di Castelluccio di Norcia in anticipo in modo da poter avere tutti gli aggiornamenti in tempo reale!
Una sosta in mezzo al Pian Grande
Proseguendo verso il paesino – impossibile sbagliarsi: arrivando da Norcia non c’è altra strada – ad un certo punto troverete dei piccoli edifici in mezzo alla valle: un punto di ristoro oltre che un maneggio. Qui potrete fare una sosta prima della mèta finale e decidere se fare una camminata o visitare a cavallo il Pian Grande. Da qui, infatti, parte un sentiero che percorre la valle: perché non iniziare a fare due passi respirando l’aria del Pian Grande, guardando i primi fiori e, finalmente, toccando quell’erba meravigliosa?
Attenzione però: non calpestate i prati! Vari cartelli, anche più avanti, vi avviseranno di tenervi sui sentieri definiti e di non camminare per nessun motivo su campi e distese! Pensateci un attimo: cosa resterebbe di tanta meraviglia se ogni turista pensasse di poter fare una foto in mezzo ai fiori o, peggio, di raccoglierne uno?
Piccola dritta: sul versante dei monti che vi troverete a sinistra avrete una maxi-rappresentazione vegetale dell’Italia! Una vera opera di landing art, in cui le chiome degli alberi che la formano disegnano i contorni della nostra penisola. Ovviamente tutto è ben visibile solo da lontano, per cui in un primo tempo chi passa non se ne accorge!
Arriverà il tempo di riprendere l’auto e continuare: la voglia d’arrivare a destinazione sarà tanta. E, non temete, sarete ricompensati.
La fioritura a Castelluccio di Norcia: un paesaggio mutevole e vivo
Tutto accade in attimo: lontani dai piccoli fiorellini a tinte chiare che vi avevano accompagnato all’ingresso della valle, vi troverete assediati da un’esplosione di colori: giallo, rosso e viola su tutto! Inoltre, se deciderete di visitare Castelluccio qualche settimana più tardi rispetto a me, tra la fine di Giugno e gli inizi di Luglio, a quel punto l’incanto sarà al suo picco: papaveri, camomilla, senape, lenticchie e tanti fiori ancora. Tutto questo sarà lì ad accogliervi.
La bellezza della fioritura di Castelluccio risiede, infatti, nella sua estrema varietà che determina la mutevolezza del paesaggio durante quelle intense settimane: non tutte le specie vegetali fioriscono allo stesso tempo. In questo modo il Piano Grande diventa una sorta di caleidoscopio naturale, cangiante e sempre diverso. In una parola, vivo.
A dominare questi rettangoli di colore che disegnano la forma dei campi, vedrete Castelluccio. Da una piccola altura, come una sentinella benevola, guarda il suo regno colorato, lo specchio della sua bellezza.
Castelluccio e il terremoto del 2016
E’ bella di una bellezza austera Castelluccio, spoglia. E’ la bellezza di un corpo ancora straziato. Il paese, infatti, porta su di sé le tracce di una violenza cieca, di quelle che squarciano, figlie di un cieco furore. E quella violenza si chiama terremoto. Era il 2016 quando la terra ha tremato riducendo in macerie buona parte dell’abitato – è il sisma che insieme a Castelluccio ha distrutto Norcia, Arquata, Accumoli e altre zone limitrofe. Un piccolo mucchio di case ed edifici che ancora mostrano i segni dell’accaduto: abitazioni sventrate, piccole attività legate al turismo ed al lavoro dei campi distrutte. Vengono i brividi a guardare: poco è lasciato all’immaginazione. La macerie sono ancora lì.
Castelluccio guarda avanti!
E nonostante questo i suoi abitanti non si sono arresi: ad esempio, da poco si è conclusa con successo una campagna di fundraising per ripristinare la webcam di Castelluccio che già prima del terremoto ci dava immagini in tempo reale del Pian Grande. Questo, non solo è importante per avere una diretta meteo del luogo; ma, grazie a quelle immagini, ognuno di noi può verificare a che punto è la fioritura giorno per giorno, scegliendo i tempi migliori per ammirarla. Ebbene, tutto questo a breve riprenderà.
Per i turisti, oggi, i ristorantini non mancano, così come i chioschetti in cui mangiare qualcosa anche all’aperto, con lo sguardo rivolto verso la piana colorata ed i suoi campi coltivati da quelle stesse persone che la tragedia l’hanno vissuta ma, nonostante tutto, sono ancora lì. Sono loro a renderci possibile assistere a questa meraviglia naturale che in un posto così appartato, ai piedi dei duemila metri e oltre del monte Vettore, ogni anno si ripete instancabile e superba.
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