A spasso tra antichi suoni.
In un anfratto del Parco Nazionale dell’Aspromonte, si nasconde Bova, affascinante sobborgo, capitale della Calabria greca, il cui fascino architettonico lo annovera tra i borghi più belli d’Italia e gioiello d’Italia.
Abitata fin dal neolitico, divenne poi fortezza magnogreca, e fu una delle ultime diocesi italiane ad essere latinizzate dalla Chiesa Cattolica.
Arrivare a Bova, lascia senza fiato, sulla piazza principale, Piazza Roma, il panorama che volge verso la vallata è da levare il respiro.
Si mostra subito ai suoi visitatori in tutta la sua bellezza, semplicità e tranquillità ma soprattutto nella sua varietà; tutto ha il doppio nome, legame con le sue radici.
Bova e i suoi Musei.
Bova è luogo di viaggi fin da tempi lontanissimi e in tempi più recenti è stata meta di due importanti studiosi: l’inglese Edward Lear e il tedesco Gerald Rohlfs. Durante i suoi viaggi nel sud Italia, Lear, viaggiatore a piedi d’eccellenza, ci lascia nella sua opera, “Diario di un viaggio a piedi”, il ritratto di una Calabria dai luoghi pittoreschi e dai caratteri umani impensati. Ed è proprio grazie a quest’opera, che nasce a Bova tra il 1993 e il 1994, “L’ ospitalità diffusa lungo il sentiero dell’inglese”. Fatto di servizi turistici offerti dalla comunità, è turismo sostenibile di eccellenza in fatto di calore umano del viaggio da provare e ricordare.
Altro viaggiatore e studioso fu Gerard Rohlfs, “archeologo delle parole”, che si concentrò sulla lingua parlata nell’area, considerandola frutto della colonizzazione magno greca. Ebbe la cittadinanza onoraria di Bova nel 1966, e in seguito ai suoi studi, Bova ha creato il Museo della Lingua Greco-Calabra.
Di grande valore anche il “Museo della civiltà contadina”, museo a cielo aperto, visitabile gratuitamente, passeggiando per le vie del borgo.
In questi vicoli senza tempo, ci si ritrova come catapultati in dimensione altra dall’Italia per suoni, melodie, sapori, profumi ed emozioni.
La Calabria non è solo mare e km di costa; ma è uno scrigno contenete tesori irripetibili e inimitabili resi possibili dalla commistione di storie, tradizioni, culture e doti umane irripetibili.
Come dicono a Bova, “FENNOMASTE'”, ci vediamo.