Più libri più liberi è la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, si svolge a Roma e quest’anno festeggia la sua diciottesima edizione. Unica fiera al mondo dedicata all’editoria indipendente, ogni anno circa 500 editori da tutta Italia presentano al pubblico le loro novità all’interno del centro congressi La Nuvola, progettata da Massimiliano Fuksas, che accoglie la fiera dal 2017. L’edizione 2019 si è tenuta dal 4 all’8 dicembre, 5 giorni densi di eventi, incontri con gli autori, dibattiti e speech su diverse tematiche.
Il progetto nasce nel 2002 da una iniziativa del Gruppo Piccoli Editori dell’Associazione Italiana Editori, con lo scopo di dare spazio alle piccole case editrici, fornendo loro una vetrina prestigiosa nel centro della capitale in un periodo particolarmente positivo per l’editoria come quello natalizio. Gli addetti ai lavori approfittano di questo evento per confrontarsi sulle problematiche del settore e cercare nuove strategie, magari alleanze.
Ma Più libri più liberi non è solo questo, non si limita agli stand che mettono in mostra testi noti e nuove uscite, è un intero programma culturale che abbraccia i temi più vari, dal calcio alla questione femminile, dalla guerra al cinema. Chiunque può entrare in fiera sicuro di uscirne con spunti interessanti.
Il tema di quest’anno è stato l’Europa, una scelta quasi obbligata per accompagnare una riflessione sul periodo storico attuale fatto di nuovi confini, migrazioni, Brexit. Come sarà l’Europa del futuro? Un luogo accogliente e multietnico o terra divisa da filo spinato?
Borse di tela e odore di carta
Davanti agli occhi un’immensa parete di vetro, che di giorno protegge il suo interno dagli sguardi dei passanti e di sera rivela appena qualche accenno di giornata che volge al termine.
Sotto, persone che passano. Chi di fretta, chi con passo lento. C’è chi è appena arrivato e chi, in un’ora ancora buona per iniziare, sta uscendo. Qualcuno sfoggia borse di tela piene, altri tengono in mano il bottino della giornata. C’è folla. Come diranno poi il lunedì, questa edizione di Più libri più liberi ha avuto un grande successo, i visitatori sono stati tanti.
Solo il rumore del traffico rovina un’atmosfera silenziosa, quasi surreale.
La fila scorre veloce e all’entrata un odore forte di carta stampata accoglie i curiosi. Alcuni stand sono coloratissimi, i libri in bella mostra mostrano una certa preferenza per lettori molto giovani. Altri sono dominati dal bianco e dal nero e hanno già in mente le teste che verranno a cercarli. Alcuni si mostrano centrali e orgogliosi, altri più discreti, altri ancora relegati in angoli poco vistosi.
Appoggiato ad una parete, in mezzo a due stand un po’ ignorati, un ragazzo si siede per terra. Sistema attorno a lui dei libri e con sguardo severo batte con le dita parole note solo a lui, su tasti duri di una vecchia macchina da scrivere. A descrivere la scena ai passanti, un cartello scritto a mano : “scrittore per strada”.
Il tempo di un giro e lo scrittore seduto per terra non c’è più.
La Nuvola è immensa, ma non è così facile perdersi. Gli autori si concedono al loro pubblico, parlano dei loro libri, di cosa li ha spinti a scrivere, perché proprio quell’ argomento. E la gente ascolta, ride, applaude. Gli incontri sono brevi, il tempo di sedersi per ascoltare e già si è di nuovo in piedi, in fila per ascoltare altre storie.
Camminando per la fiera, si notano ragazzi chiacchierare seduti per terra, commentano qualcosa; qualcuno solitario inizia curioso la sua lettura su uno scalino sfidando il freddo; mamme approfittano della pausa pranzo per leggere le nuove storie ai loro bambini, a volte incuriositi a volte annoiati.
Più libri, meno librerie
Tutta questa gente, un po’ stupisce.
L’Italia rimane indietro per numero di lettori (secondo i dati del 2018 il 40% non ha letto nemmeno un libro in un anno) e per capacità di comprensione del testo, ma il settore dell’editoria cresce. Si acquistano più libri, ma spesso questi libri sono più simili a trofei che restano lì ad aspettare un momento buono che forse non arriverà mai.
Ci si dimentica a volte che la lettura è anche confronto, è condivisione. E’ un’attività che da solitaria passa a sociale. Non si consuma, si vive, anche insieme agli altri come in questa fiera.
Uscendo dalla fiera, guardando indietro all’imponente vetrata che nel frattempo si è accesa di rosso, un pensiero va a quei luoghi che hanno lo stesso odore di carta e di tempo, ma che restano vuoti. Schiacciati dal peso dell’indifferenza di una società troppo comoda, annegati nell’inevitabilità della negligenza o che semplicemente, bruciano.
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