Situata al confine tra Puglia e Basilicata, a circa 60 km da Bari, Gravina in Puglia è una delle perle che costituiscono il Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
Il nome di questa località deriva dal termine gravina, una profonda spaccatura della crosta terrestre simile a un canyon. Questo fenomeno carsico è particolarmente diffuso nell’area e di fatto una parte della città è adagiata sulle sponde di un profondo crepaccio scavato nella roccia calcarea dal torrente Gravina.
Il territorio di Gravina è particolarmente fertile. Sul gonfalone della città si trova la scritta Grana dat et vina (trad. “offre grano e vino”), parole tradizionalmente attribuite all’imperatore Federico II di Svevia, il quale amava Gravina a tal punto da definirla un giardino di delizie. Egli rimase così ammaliato dal paesaggio gravinese da costruirci un castello, il quale serviva ad ospitare la corte imperiale prima e dopo le battute di caccia sul territorio. Oggi di tale dimora ne restano soltanto pochi ruderi.
Oggi le sue bellezze paesaggistiche, il ricco patrimonio culturale e la civiltà rupestre con le sue chiese antiche e le grotte naturali hanno reso Gravina una grande meraviglia che non smette mai di sorprendere ed emozionare le migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo.
Cosa visitare a Gravina in Puglia
Per partire alla scoperta dei tesori custoditi a Gravina in Puglia, è necessario munirsi di scarpe comode, una buona dose di curiosità ma soprattutto grande spirito di avventura!
La visita non può non iniziare percorrendo uno dei suoi simboli per eccellenza, il Ponte dell’Acquedotto.
Il Ponte dell’Acquedotto
Costruito verso la fine del XVII secolo, serviva in principio a permettere ai fedeli di raggiungere la chiesetta della Madonna della Stella attraversando la gravina di Botromagno. Dopo il crollo avvenuto a causa del sisma del 1722, la famiglia Orsini decise di ricostruirlo e riconvertirlo in acquedotto al fine di portare nella città le acque delle sorgenti Sant’Angelo e San Giacomo. Perfettamente inserito nell’impervio ambiente naturale delle gravine carsiche, il viadotto è un’imponente struttura ad archi alta 37 metri e lunga 90 che collega i due versanti del torrente Gravina.
Questo monumento ha scandito la storia di tante generazioni di contadini che si recavano ogni giorno a lavoro nei campi. Il suo pavimento lastricato ha conosciuto le fatiche delle bestie da soma che lo hanno attraversato nei secoli.
Attualmente, secondo il FAI (Fondo Ambiente Italiano), il Ponte dell’Acquedotto è al secondo posto nella classifica nazionale provvisoria del censimento dei luoghi italiani da non dimenticare.
Rioni Piaggio e Fondovico
Sono i quartieri più antichi della città nati a seguito del popolamento del versante sinistro della gravina che regalano ai turisti scorci mozzafiato. Case addossate le une alle altre, ripide scalinate, piazzette e tortuose vie sono la cornice di un passato non troppo lontano che racconta le fatiche ed i sacrifici di tanti umili protagonisti: zappatori e braccianti che hanno scritto alcune delle pagine più belle ed affascinanti della storia gravinese.
Rione Piaggio
Il rione Piaggio, il cui nome deriva dal termine latino pagus (villaggio, borgo), è sorto assieme al rione Fondovico tra VIII e IX secolo e versa sfortunatamente in un quasi completo stato di abbandono. La chiesa di Santa Lucia, eretta in un’area nei pressi dell’antica cinta muraria, rappresenta simbolicamente il centro religioso del quartiere.
Degna di nota è anche la chiesa rupestre di San Basilio con il suo distintivo campanile in tufo, composta da una struttura a quattro navate divise da otto pilastri e colonne irregolari.
Rione Fondovico
Nell’antico quartiere Fondovico è situata la chiesa rupestre più importante di Gravina: la chiesa di San Michele delle Grotte. Scavata in un unico blocco di tufo, è sorretta da 14 pilastri a forma quadrangolare, che dividono il complesso religioso in cinque navate. All’interno, sono visibili ancora i resti di un affresco raffigurante il Cristo Pantocratore tra San Paolo e San Michele (secc. XII-XIV) e i tre altari con le rispettive statue seicentesche e settecentesche in pietra e gesso dei tre arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele.
Dalla Cripta di San Michele, si accede ad una grotta attigua dove sono presenti una serie di teschi e ossa umane. Qui, secondo la leggenda, avvenne infatti il massacro dei gravinesi ad opera dei Saraceni durante la terza incursione nel 999. Questo drammatico evento è riportato anche in un’epigrafe posta sulla parete della grotta.
Il complesso rupestre delle Sette Camere
Camminando lungo un ripido sentiero nella gravina, sul versante opposto a quello della chiesa di San Michele delle Grotte, si accede ad un complesso rupestre, interamente scavato nella roccia in epoca alto-medievale: il Complesso rupestre delle Sette Camere. Il suo nome è dovuto alla presenza di sette stanze intercomunicanti tra loro, disposte su tre livelli e collegate tramite scalini. Rappresenta uno dei più suggestivi lasciti della civiltà rupestre appulo-lucana.
Gravina Sotterranea
La Gravina sotterranea è una tappa imperdibile per coloro che vogliono andare alla scoperta del volto nascosto di Gravina in Puglia, visitando luoghi dove il tempo pare, ormai, essersi fermato.
Situata al di sotto del centro storico di Gravina, la Gravina sotterranea fu portata alla luce nel 2005 da un gruppo di speleologi. Questo percorso sotterraneo si snoda lungo tortuosi labirinti, i quali custodiscono il fascino di un mondo perduto fatto di cunicoli, cantine, chiese rupestri, granai, forni secenteschi, torrioni medievali e resti di antiche cinte murarie. Antiche immagini della Gravina che era e che ora non esiste più.
Gravina in Puglia è un perfetto connubio di affascinanti scorci paesaggistici e bellezze architettoniche uniche al mondo!
Un luogo seducente che rapisce il cuore di coloro che desiderano viverla in tutta la sua autenticità!
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