Lo scorso mese la nostra Maria Grazia Sartirana è stata per noi alla presentazione del libro #365 Days Happy dell’autrice Samira Zuabi Garcia.
Ho conosciuto Samira per caso, sono da sempre un amante della lettura e quando ho letto dell’uscita del suo primo libro non ho saputo tenere a freno l’euforia. Incuriosita l’ho subito contattata per scoprire di cosa parlasse e Samira con il suo atteggiamento spumeggiante è stata felicissima di raccontarmelo.
Non appena ho letto l’anteprima me ne sono innamorata ed è stato per questo che ho atteso impazientemente l’uscita. Non potrei descrivervi il libro a pieno e dandogli la giusta importanza, vi riporto perciò l’anteprima che Samira mi ha dato del suo libro #365 Days Happy:
“Le grandi conquiste richiedono tempo.
Un anno è un periodo di tempo a mio avviso sufficientemente lungo per riuscire a modificare l’ordine delle cose, per aggiustare il cuore e per imparare a guardare il mondo dando ad ogni cosa, momento, persona e circostanza, il giusto peso e importanza.
Due anni fa ero a pezzi. Sono certa che quasi tutti gli esseri umani abbiano vissuto, almeno una volta nella vita, l’abbandono da parte del partner. Sicuramente tutti hanno avuto il cuore spezzato almeno una volta. E molto probabilmente il dolore in quel caso è stato insopportabile. O forse no…?
Quando accadono queste cose siamo soliti riconoscerle come le “grandi tragedie”: il cuore e la mente si concentrano soltanto su quel dolore, senza possibilità di allontanarlo e facendoci sentire abbattuti, addolorati, incompresi… Sono i momenti in cui non riusciamo più a vedere ciò che di buono ci circonda, non consideriamo i sorrisi delle persone che amiamo né ci rallegriamo per le piccole cose belle che ogni giorno continuano ad accaderci. Semplicemente smettiamo di vederle, le cose belle.
Nonostante il dolore che provavo decisi che sarei comunque partita per i Caraibi dove a breve avrei iniziato a lavorare come fotografa in un luogo paradisiaco, ma l’unica cosa che facevo era ripensare al mio ex, all’amore perduto, alla solitudine in cui ero precipitata… e piangevo in continuazione…!
Piangevo in Paradiso!
Il passato però mi aveva insegnato una cosa: non si può morire d’amore e il tempo guarisce qualsiasi ferita.
E io ero, se non altro, disposta a farmi guarire dal tempo.
Così, alla fine di dicembre di quello stesso anno decisi di mettere in piedi un progetto molto personale e molto ambito da chiunque al mondo: provare a riconoscere la felicità ogni giorno della mia vita.
Non sono così folle da pretendere la felicità 24 ore al giorno, 7 giorni a settimana per 30 giorni al mese, bensì volevo – anzi pretendevo – di essere un pochino felice ogni giorno.
Sorridere almeno 5 minuti al dì.
Sentirmi in pace con me stessa e con il mondo un poco, ogni giorno.
Siccome il progetto doveva essere rispettato al 100% e siccome sapevo che le forze sicuramente avrebbero potuto mollarmi più di una volta nell’arco dell’anno che avevo prestabilito, fissai delle regole ben precise:
- Aprire, il primo gennaio, un album fotografico su Facebook, album che fosse condiviso solamente con pochi amici accuratamente scelti, intitolato #365DAYSHAPPY;
- Ogni giorno, per l’intero anno, avrei dovuto caricare una fotografia che raccontasse i motivi dei miei sorrisi giornalieri. Tale foto sarebbe stata accompagnata da una didascalia, per spiegare meglio cosa fosse accaduto di bello ogni singolo giorno .
- Alla fine dell’anno avrei compreso se questo album, o il positivismo che ne sarebbe derivato, fossero stati utili. Se avessi imparato a non affogare in un bicchier d’acqua, allora il mio progetto sarebbe stato di grande aiuto. E allora avrei potuto consigliarlo a tutti!
Si trattava effettivamente di mettere in pratica il pensiero che recita “pensa in positivo e ti accadranno cose positive. E Non smettere di vivere. La vita è una, ed è certamente preziosa”.
Iniziai a pubblicare foto e status il primo gennaio e all’inizio la cosa mi pesava tantissimo. Avevo inserito il mio ex nella lista di coloro che potevano vedere il mio Album della Felicità. Sognavo che se mi avesse vista/letta serena, felice, positiva, si sarebbe ricordato di ciò che stava perdendo di buono con me, e sarebbe tornato nella mia vita. Sì, sì, esattamente quelle cose che normalmente accadono solo nei film americani.
All’inizio i miei amici non comprendevano del tutto la profondità del mio Album della Felicità. A dire il vero nemmeno io ne ero proprio consapevole e tanto meno convinta. Ma era una routine, una terapia, che al momento mi faceva stare bene.
Man mano che i giorni passavano, la cosa iniziò a diventare una sorta di rituale e al termine delle giornate, il fermarmi a pensare cosa fosse successo, i motivi per i quali avevo sorriso, divenne qualcosa di naturale e bello.
C’erano giorni piatti e giorni troppo agitati, c’erano giorni tristissimi e giorni pieni d’impegni o doveri. Ma alla fine di ogni giorno ricordavo di aver sorriso per questo o quell’altro stupido motivo, e mi sentivo forte.
Passarono i primi mesi, e i miei amici capirono che ciò che stavo facendo riguardava anche loro. In primis perché era diventata presto un’abitudine consolidata andare a guardare la mia bacheca su Facebook, per capire cosa io avessi trovato di stupendo quel giorno. Tifavano per me, e non avrebbero potuto sopportare se io avessi mollato il mio proposito.
Per chi mi stava intorno, vedere coinvolte nei miei momenti felici le persone a me care, era diventata una sfida: quella di riuscire ad essere il mio motivo di felicità giornaliera. E in molti si prodigavano nel rendermi felice.
Alcuni, i più fieri, mi vissero come esempio. Ero una lottatrice e stavo vincendo contro i dolorosi ostacoli della vita!
Pian piano stavo imparando a soffermarmi sui piccoli momenti piacevoli della mia vita, fossero anche banali, semplici oppure ridicoli
A volte sentivo talmente forte quella gioia, quella forza positiva dentro di me, che non attendevo la fine della giornata e quindi la mezzanotte per caricare la foto del mio momento felice, scrivevo subito della sublime sensazione di appartenenza a questo mondo, al bello delle cose, all’ordine nel caos.
Il motivo della nascita del mio diario, ovvero il mio cuore spezzato pian piano iniziò a ricomporsi e a poco a poco tornò a battere a ritmi normali, senza agitarsi troppo per le mancate carezze e baci, senza più piangere disperato.
Un giorno mi accorsi che nonostante il dolore, avevo smesso di soffrire per amore in quella maniera folle e straziante e che anche se l’amore per il mio ex ancora riempiva tutti i pori della mia pelle, avevo smesso di tremare e di piangere. Amavo con serenità.
Continuai fino all’ultimo giorno dell’anno con il mio Diario, con il mio progetto e nonostante a volte i giorni fossero pesanti e poco gentili con me, trovavo sempre una scusa perfetta per sorridere.
Arrivai al 31 dicembre e nel fare il bilancio dell’anno mi resi conto che avevo iniziato a guardare le cose belle in maniera spontanea, senza nessun tipo di sforzo o di falsità. Mi sentivo leggerissima, serena, in pace con tutte le cose che mi erano accadute fino a quel momento e pronta per affrontare un nuovo anno e una nuova vita.
Quel Diario mi aveva davvero cambiata. Avevo imparato a piangere di meno e a sorridere di più, e sentii la necessità di condividere questa scoperta con il mondo.
Nacque così la raccolta di pensieri che diede vita al libro #365DaysHappy, il diario di una donna capace di essere felice. Oltre 365 pagine di felicità.
Per rispettare le basi dell’idea, fra le pagine del libro si scoprono anche delle fotografie, essenziali per completare l’opera.
I nomi di tutte le persone che appaiono nel libro sono di fantasia, i personaggi sono invece veri. Non c’è allusione all’anno in cui la vicenda si svolge, soltanto ai luoghi, tanti e variati. Scritto al presente e in prima persona, il nome della protagonista non appare mai, permettendo ai lettori di riconoscersi nel racconto.
E tutto è accaduto per davvero, anche se alcuni stenteranno a crederci. Perché la felicità accade per davvero, bisogna solo riconoscerla.”
Se volete acquistare il libro potete consultare la pagina facebook #365 Days Happy
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