Alle porte di Roma si trova una città antica perfettamente conservata: è Ostia antica. Una città romana che è sopravvissuta al tempo e agli uomini e che è stata riportata in luce nel corso del Novecento, restituendoci l’immagine di come doveva essere un centro dell’antichità.
Ostia non era una città qualunque: era il porto di Roma. Sorgeva infatti all’antica foce del Tevere e accoglieva le navi che solcavano il Mediterraneo per portare nella capitale dell’Impero grano, vino, olio, marmo e tutte le merci che vi possono venire in mente. A Ostia queste merci venivano stoccate in attesa di essere trasportate su piccole navi fino a Roma città.
Arrivare a Ostia antica
Innanzitutto dobbiamo arrivare a Ostia: da Roma prendiamo il treno della linea Roma-Lido alla stazione di Porta San Paolo e scendiamo alla stazione di Ostia antica. Il viaggio dura mezz’ora e il biglietto è il biglietto standard della metropolitana, da 1,50€. Se siamo in macchina e veniamo da fuori Roma, bisogna percorrere il Grande Raccordo Anulare. l’uscita è la n.28, Vitinia per chi viene da Nord. Ci si immette sulla Via del Mare e la si segue tutta a diritto fino alla rotonda di Ostia antica, dopodiché l’ingresso degli scavi è a pochi passi, lungo il Viale dei Romagnoli. Se arrivate in aereo, invece, sappiate che Fiumicino è davvero a poca distanza e anzi, se ci fate caso in fase di atterraggio, noterete che state sorvolando la città antica.
Visitare Ostia antica
Il biglietto di accesso costa 10 € l’intero e 5 € il ridotto. I ragazzi fino ai 18 anni entrano gratuitamente. La prima domenica del mese, per la #domenicalmuseo l’ingresso è gratuito. Esiste anche la possibilità di acquistare una Fidelity Card che, per 25 €, consente accessi illimitati al Parco archeologico per un anno solare: non male, vero?
Una volta entrati, ecco i sette punti di interesse assolutamente da non perdere:
Il Decumano
L’ingresso del Parco è sul Decumano, la strada che arrivava direttamente da Roma ed entrava nella città antica da Est. Il decumano è una strada basolata, pavimentata cioè con grossi pietroni, alcuni dei quali recano ancora incisi i segni dei carri che la solcavano. Nel primo tratto il decumano è fiancheggiato da quelle che un tempo erano tombe monumentali. È la via più importante di Ostia: lungo il suo percorso sorgono alcuni degli edifici più importanti, come le Terme di Nettuno, il Teatro, il Foro. Il Decumano offre degli scorci paesaggistici notevoli: in tutta l’area archeologica, infatti, l’aspetto paesaggistico è importante e curato: il panorama è ingentilito da pini e cipressi, che creano un’atmosfera senza tempo.
Il Teatro
Il primo edificio davvero monumentale che si incontra è il teatro. È riconoscibilissimo, perché la forma semicircolare della cavea (le gradinate per il pubblico) invade in parte il decumano. Si può accedere al teatro sia dal basso, e si sbuca direttamente nella parte dell’ “orchestra”, sia dall’alto, per cui ci si ritrova sugli spalti, a immaginare chissà quale spettacolo dell’antichità.
Oggi la parete di fondo del teatro non si conserva, e lo sguardo spazia sul retrostante Piazzale delle Corporazioni. Esso è uno spazio quadrangolare piuttosto ampio, al centro del quale sorgeva il piccolo tempio di Cerere, mentre lungo i lati si disponevano tantissime botteghe di altrettanti mestieri che si svolgevano a Ostia antica: i fabbricanti di navi, i marinai, i trasportatori, e chi più ne ha più ne metta: noi possiamo sapere chi aveva la sua attività qui perché ogni stanzina ha il suo mosaico pavimentale nel quale, a mo’ di insegna, è scritta e rappresentata l’occupazione svolta.
Il Thermopolium
Thermopolium è una parola latina che indica l’osteria: a Ostia ce n’è uno conservato molto bene nei pressi del Foro: c’è ancora il bancone rivestito in marmo, gli affreschi rappresentanti alcune pietanze da mangiare, il cortiletto sul retro per consentire alla clientela di mangiare al sole. Uno spazio davvero suggestivo, in cui ti immagini di veder arrivare l’oste che ti si rivolge in latino!
Il Foro
In tutte le città romane, il Foro è la piazza principale, sulla quale affacciano gli edifici più importanti della vita pubblica, spesso templi. A Ostia, infatti, l’edificio principale che vi affaccia è il capitolium, il tempio dedicato alla triade capitolina, Giove, Giunone e Minerva. Ciò che resta del tempio è comunque imponente: rimane l’alto basamento, la scalinata di accesso alla cella, e l’elevato della cella in mattoni. Lo si vede da molti punti della città, proprio perché conserva la sua monumentalità: e chissà come doveva essere imponente, quando era completo delle colonne sulla facciata e delle sue decorazioni architettoniche!
Il mulino e le macine
A Ostia si trovano due mulini, ovvero due edifici nei quali si macinava il grano per ottenere la farina e si preparava il pane da far arrivare anche fino a Roma. Le macine erano dei grossi oggetti in pietra lavica, azionati da schiavi o da muli, che con il loro movimento macinavano il grano e ottenevano la farina. Questa veniva impastata in altri “macchinari” (si fa per dire: sempre da schiavi erano azionati!) che producevano le forme di pane. Queste venivano poi messe a cuocere in un grande forno.
Di solito delle città antiche siamo abituati a vedere gli edifici pubblici più importanti. A Ostia, invece, si sono conservati anche gli impianti produttivi: possiamo vedere la vita pulsante della città attraverso gli oggetti che ci ha lasciato.
Le terme e i mosaici
I Romani amavano le terme. Esse erano luoghi di incontro, di relax, ma anche di intensa vita sociale. Erano i luoghi in cui ci si poteva lavare con acqua corrente, un lusso che non tutti (anzi molto pochi) si potevano permettere nelle proprie case.
A Ostia sono tantissimi gli edifici termali: lungo il Decumano incontriamo, per esempio, le Terme di Nettuno, che hanno bellissimi pavimenti a mosaico con la rappresentazione di Nettuno e di vari mostri marini. Altre terme notevoli sono quelle dei Cisiarii, anch’esse decorate con mostri marini, oppure le Terme dell’Invidioso, sempre con mosaici pavimentali a figure marine e che prendono il nome da un mosaico particolare. In esso infatti è rappresentato un pescatore che ha pescato due pesci, mentre un ragazzo gli fa il gesto delle corna: lui è l’inbidiosos che dà il nome all’edificio.
Le terme più grandi e meglio conservate sono le Terme del Foro, delle quali si possono anche percorrere i cunicoli percorsi dagli schiavi quando accendevano i fuochi nei forni per riscaldare l’acqua. Edifici termali sono disseminati un po’ ovunque nella città e anzi, può essere divertente andare a caccia di terme e dei meravigliosi mosaici che le decoravano.
Le pitture e le case
Non tutti sanno che Ostia possiede un patrimonio di affreschi davvero notevole. Conosciamo tutti quanti gli affreschi di Pompei. Ebbene, gli affreschi pompeiani non vanno oltre il 79 d.C., anno in cui Pompei fu seppellita dalla lava del Vesuvio. Ostia invece continua a vivere fino al IV secolo inoltrato e fino a quell’epoca le case continuano ad essere affrescate. A proposito di case, va detto che a Ostia si è conservata benissimo l’edilizia residenziale. Si parla di insulae e di domus, ovvero di caseggiati simili ai moderni condomini e di case private di ricchi proprietari. Se ne conservano tantissime, alcune molto curate e decorate, con pavimenti a mosaico e affreschi alle pareti. Non tutte però sono visitabili liberamente.
Molte case sono ben conservate, alcune addirittura conservano le loro belle decorazioni pavimentali a mosaico e le loro pareti affrescate: tra gli esempi più belli è l’Insula delle Pareti Gialle. Visitabile su prenotazione la domenica mattina, con i suoi ambienti affrescati su un vivace fondo giallo vi farà immergere nella vita quotidiana di Ostia antica.
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