Siete mai stati a Karavostasi?
Chi non ricorda l’incantevole Romy Schneider? Ecco oggi nella tappa di trasferimento, visto che il volo sbarca a Corfù, non mi faccio mancare in attesa del traghetto, la visita al Museo di Achilleio. Si tratta della residenza, in più periodi dell’anno, di una delle donne che posso definire fuori dal tempo nel suo tempo: la Principessa Sissi. L’Achilleio lo chiamò cosi proprio in onore del Grande Achille, la cui statua che lo ritrae decisamente sofferente per la famosa freccia al tendine, capeggia in uno dei terrazzi della villa.
IL Museo Achilleo
Nella storia questa bellissima Villa fu anche ospedale militare nella prima guerra mondiale. Se capitate a Corfù non perdetevela perché con la sua monumentale scalinata e la vista che se ne gode dai giardini merita di essere vista. A me sembra proprio di essere all’interno della pellicola del vecchio film in cui Sissi scelse questa location per il suo soggiorno riabilitativo dopo la lunga malattia.
L’arrivo
Dopo una serie di imprevisti arrivo poco prima della mezzanotte. Penso che sarò fortunato se trovo una bottiglia di acqua per la notte e a dirla tutta la giornata è stata davvero avventurosa e ho solo sonno. Invece ad accogliermi trovo l’intera famiglia con una luculiana cena dalla A alla Z, che dire? Il soggiorno greco comincia alla grande e le disavventure con mezzi di trasporto ora sono solo fonte di ilarità.
“Nota tecnica per chi ancora non lo avesse scoperto: le compagnie charterizzate accettano solo circa 70 bagagli a mano perciò vi consiglio di mettervi in fila subito all’apertura del gate a meno che non sia uno stratagemma per avere l’imbarco in stiva gratis”
I Monasteri di Meteora
Nel soggiorno all’Hotel Eina vengono offerte nel pacchetto alcune escursioni di default e la prima è niente meno che ai Monasteri di Meteora. Luoghi mistici costruiti su falesie, meritano davvero il loro nome che significa appunto “sospeso in aria” . Come fu possibile per i tempi che furono costruire queste meraviglie architettoniche per me rimane un mistero, ma se venite in Grecia questa tappa non potete proprio saltarla.
I Monasteri oggi abitati e quindi visitabili sono 6 dei 24 che ne furono edificati. Io ne ho visti solo 2, tra questi Santo Stefano con gli splendidi affreschi perfettamente conservati e Gran Meteora che sfida la visita dei fedeli o curiosi con i suoi 600 gradini tra andata e ritorno. Entrerete solo con spalle e ginocchia coperte, ma niente preoccupazioni di dovervi coprire troppo con il caldo, se avete abiti succinti all’ingresso vi verranno forniti grembiuli pareo atti allo scopo.
Nel ritorno mi soffermo in quella che avevo considerato solo una rientranza nella roccia decisamente piena di ruffo e spazzatura varia.
Scopro che è proprio tutt’altro, un piccolo altarino quasi sommerso da foglietti di carta che il vento sposta e fa volare a suo piacimento. Ne raccolgo qualcuno e leggo, commosso, scopro che sono tutti voti fatti dagli umani che passano di qui. Nulla che fermi questi pensieri, sogni, ringraziamenti, richieste. Eolo diventa un alleato prezioso per la loro divulgazione, un foglietto portato dal vento sul quale un unico e solo pensiero diventa una speranza e un ultimo appello.
Le Sorgenti di Acheronte
Siccome non so stare fermo leggo delle Sorgenti di Acheronte. Come in una reminiscenza dantesca, mi ritrovo a fare un trekking nel mitico fiume! La Grecia è anche questo: un sentiero che parte e s’inerpica in un bosco dove detta legge solo Madre Natura, tronchi di alberi secolari che stimolano la mia fantasia con le loro forme, fino a farmi pensare ad una persona accovacciata con la testa tra le mani. Il fiume che scorre accanto sembra lento o forse lo è. In fondo al sentiero ecco che comincia l’avventura alla scoperta delle Gole.
La passeggiata sull’Acheronte
Qui dovrete abbandonare ogni speranza di… non bagnarvi! Questa passeggiata si fa camminando nel fiume delle anime, l’Acheronte, muniti solo di scarpini adatti agli scogli e il costume per voi umani o per i più freddolosi anche di una muta. Lungo il percorso dove l’acqua ad ogni passo crea un fantastico massaggio che arriva anche fino alla coscia, le rocce a strapiombo giocano con l’acqua che sgorga dalle fenditure come lacrime di defunti. L’impressione è di eterna attesa e si va avanti perché non se ne capisce la fine. Tranquilli che si può tornare indietro, quindi calcolare il tempo della passeggiata è del tutto soggettivo.
Al ritorno perso nell’esperienza appena trascorsa un’altra emozione mi aspetta: un canotto con Caronte al comando mi trasporterà al ristorante per il pranzo, non senza passare per le rapide e il paesaggio che contrasta l’adrenalinico rafting! Dopo questa accolgo molto favorevolmente una giornata di relax in spiaggia.
Nota tecnica: è un’escursione che ha un costo di circa 20/30 euro pranzo incluso. Sono necessari: delle scarpe comode anche da corsa per i sentieri montani, i calzari per gli scogli e il costume. Il consiglio è di partire solo con questi elementi senza zaini o altro in mano se volete poi fare un bel bagno rassodante e riattivante. Da considerare che l’acqua del fiume è tra gli 8 e i 10 gradi ora che siamo a Settembre inoltrato.
L’Hotel Elina
Ora vi parlo dell’Hotel Elina che ci ospita in questo soggiorno. Beh vi racconto come mi sento, e la parola che mi viene e che descrive bene la sensazione è: comoda. Un hotel a gestione famigliare, qui tutto è allegria e disponibilità. Filippo, Antonio, mamma e papà Voulgaris sono l’emblema del detto spagnolo “mi casa es su casa”.
Inserito in un contesto isolato, ma non troppo, circondato da ulivi secolari e tanti sentieri. Vi invito a passeggiare nelle ore più calde o in quelle di alba/tramonto. L’olfatto è messo a dura prova da questa natura, i profumi della macchia mediterranea, dei frutti , dai fichi all’uva, dal mirto ai limoni che nel giardino dell’hotel crescono davvero bene. Sono inebrianti soprattutto all’inizio del giorno e di notte dove si mischiano con l’odore del mare che dista solo 150mt per la strada più lunga. Una bellissima baia quella di Karavostasi con sabbia e ciottoli piccoli e arrotondati, in questa stagione settembre, non troppo calda da dover saltellare nell’ombra di un ombrellone all’altra! Ci si immerge in mare sempre calmo, trasparente e se state fermi per un po’ i pescetti vi faranno una perfetta pedicure. Non mancano locali dove attingere ogni bevanda rinfrescante ma non aspettatevi Corso Vittorio Emanuele. Volete fare sport? Anche questo non manca, dalle bocce alle canoe, alle biciclette la più gettonata delle attività: lo svaccamento!
… e alla sera che si fa? Visto che ho oziato/dormito/oziato sulla panzotta della Bipede tutto il giorno, stasera si va in vita in uno dei centri vicini all’Hotel Elina, il driver Antonio non si fa certo pregare per darmi un passaggio sia in andata e poi nel ritorno concordando un orario .
Le città
Vi sono 3 paesi in verità: Perdika, Sivota e quella che mi ha colpito di più Parga, di notte il rudere di castello che la sovrasta sembra la rocca piratesca le luci dall’azzurro al rosso che si riflettono sul lungomare brulicante di locali la fanno apparire davvero misteriosa e adrenalinica!
Provate, provate e il fiatone per quando avrete finito i 50 gradoni per arrivare in cima al castello mi darà ragione, ma sono stato ripagato dal godere di tutte le botteghe in cui ho messo la coda, se saprete guardare ce ne sono di davvero originali. Per molti aspetti vicoletti simili alla nostra Liguria, per altri aspetti al monte di San Marino. Proprio vero che dove vai vai l’impronta italica/romana la si ritrova. Mi fermo in uno dei tanti locali e ordino una metaxa invecchiata come la Bipede e con sorpresa me la servono del bicchiere giusto e come nei locali cinque stelle lusso appoggiato ad un bicchiere con acqua calda per far gustare tutti gli effluvi ed il gusto di questo tipico cognac greco.
Nota tecnica: i paesi distano dai 6 ai 15km circa dall’hotel
Giornata ideale per un gita alla scoperta delle isole vicine. Quindi armato di sacco pranzo preparato con amorevole cura, due panozzi imbottiti, un frutto e l’immancabile acqua, mi imbarco per raggiungere la prima isola Antipaxos, la più piccola e come capita spesso ai piccoli, la più selvaggia, aspra e ispida ma che riserva un cuore di sabbia finissima come borotalco in una spiaggetta che ovviamente devo raggiungere a nuoto.
Essere immersi in quest’acqua cristallina che ricorda il fiume Acheronte ma al contrario calda come non ti aspetteresti, con macchie brune date dai banchi di spugne è paradisiaco. Nuotiamo fino alla grotta dove i molti turisti si sono inventati degli altarini di sassi impilati anche pericolosamente, degli anfratti, degli scogli ed ecco qua.
Paxos
Come tutti i sogni finiscono ma non le sorprese, risaliamo a bordo per andare verso l’isola di Paxos. Lungo la costa delle isole speroni di roccia che sono molto simili ai faraglioni di Capri si fanno agevolmente circumnavigare. Arriviamo a Gaios centro dell’isola che già dal nome mette allegria. Arrivando vedo un porto con le vecchie case coloniali colorate in pastello che mi ricordano Burano, solo che qui il sole caldo invece della nebbia veneziana le fa apparire gioiose anziché malinconiche. Bipede, io mi ci trasferisco! È proprio un paese a misura di Geco. Striscio qua e là e poi mi fermo in uno dei tanti locali fronte porto, due sorsi della birra di Mamy e mi deve prendere per la coda sennò ci affogo dentro. La bellissima giornata volge al termine e rientro all’Elina con questo pensiero fisso, qui ho trovato davvero per la prima volta un luogo dove sento che potrei viverci.
L’ultimo giorno
Ultimo giorno di sole, mare, brezza leggera, giochi di spiaggia e relax in uno dei piccoli baretti ai margini della spiaggia o sulla terrazza di uno dei ristoranti locali a Karavostasi che non ho provato poiché la cucina dell’Elina soddisfa ogni esigenza, tranne forse quella per i celiaci che hanno bisogno della massima attenzione. Ricordo con piacere la marmitta con la pasta fumante e il mestolo di acciaio portata in tavola come in un film di Alberto Sordi. sicuramente non un servizio da Grand Hotel ma sicuramente con il sapore di casa. Mi sorseggio un aperitivo tipico che consiste in Ouzo e un Meze un piattino con quello che la cucina del momento offre, il più classico: feta, olive, pane tostato, pomodoro e l’immancabile, gustosissima Tzatzki la salsa allo yogurt con cetriolo e aglio. Godo ancora un po’ degli ultimi raggi di sole. Arrivederci Karavostasi e grazie Hotel Elina e alla tua splendida famiglia, per avermi accolto e fatto conoscere una Grecia inedita.
Vostro Geco Gaudenzio.
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