Partire alla scoperta di un incantevole borgo come Corigliano d’Otranto è come sfogliare un libro di storia: ogni vicolo, casa o palazzo racconta il passato di una meravigliosa lingua di terra, le cui origini affondano nella Grecia antica. Situato a circa 25km da Lecce, Corigliano d’Otranto è uno dei dodici comuni della Grecìa Salentina, regione in cui ancora oggi si parla un antico dialetto di origine ellenica, il griko.
Alcuni studiosi collocano l’origine della cittadina in epoca bizantina. Secondo questa interpretazione, il nome Corigliano deriverebbe da Chorion, un villaggio fondato da monaci provenienti da Bisanzio in epoca medievale. Tuttavia, vi è un’altra teoria secondo cui Corigliano deriverebbe dalla parola cuore, simbolo peraltro presente nello stemma cittadino.
Addentrandosi nel suggestivo centro storico, adornato dalla presenza delle particolari case a corte, il turista scopre un dedalo di vicoli suggestivi i quali, partendo dall’imponente dimora medievale Castello de’ Monti, si diramano per tutto il borgo antico. I maestosi portoni riccamente decorati dei palazzi antichi si integrano con l’essenzialità delle case contadine del centro storico, rendendo Corigliano d’Otranto uno dei luoghi più caratteristici della penisola salentina.
Palazzo Comi
Situato nel cuore del centro storico, l’elegante ed imponente Palazzo Comi si affaccia nella centralissima piazza di San Nicola. In passato dimora della nobile famiglia Comi, è un edificio sviluppato su due piani, frutto di una significativa ristrutturazione – terminata nel 1755 – di una struttura seicentesca.
Sebbene l’edificio rispecchi i tipici canoni dell’architettura civile del Settecento, la sua facciata è riccamente decorata con motivi classici. Un’arcata doppia in stile settecentesco con al centro un angelo sospeso si erge in tutta la sua bellezza sorretta da due colonne bugnate in pietra leccese (il bugnato è un ornamento architettonico costituito da bugne. Le bugne sono pietre dalla superficie ruvida e variamente sgrezzate, lasciate ad arte sporgenti da un muro a scopo decorativo o di rivestimento). Tra gli altri elementi decorativi presenti nella facciata esterna del palazzo, spiccano per fascino ed eleganza i motivi ornamentali di natura floreale, frutto dell’abile maestria di artisti e scalpellini del XVIII secolo.
Chiesa madre di San Nicola
Edificata nel 1573 (come indicato sul portale d’ingresso), la Chiesa madre di San Nicola presenta una grande torre campanaria che un tempo fungeva da torre di avvistamento. Quattro leoni marzocchi, tradizionalmente simbolo del potere popolare, sono situati agli angoli dell’edificio religioso quasi ne fossero i custodi.
Un suggestivo passamano in pietra locale permette di accedere alle meraviglie conservate all’interno della chiesa, caratterizzata da una pianta a croce latina a tre navate divise e sorrette da colonne. La copertura della navata centrale è decorata con cordoni e fogliami. L’elemento che più di tutti cattura l’attenzione del visitatore è sicuramente il mosaico pavimentale raffigurante differenti scene bibliche che si svolgono lungo l’Albero della Vita. Questo capolavoro è stato realizzato nel 1877 da Giovanni Maselli da Cutrofiano sulla falsariga del pregevole mosaico della Cattedrale di Otranto.
Arco Lucchetti
Nel centro storico di Corigliano d’Otranto, si erge uno dei monumenti più significativi dal punto di vista storico e culturale, l’Arco Lucchetti. Ricco di affascinanti rilievi e simbologie, su questo maestoso arco in pietra leccese sono ben visibili delle immagini – appartenenti alla simbologia latina e orientale – che raffigurano la lotta tra il Bene e il Male.
Sul lato sinistro dell’arco, vi sono riferimenti alla cultura latina. Un cane con in bocca una fede, simbolo della fedeltà coniugale, si dirige verso due figure, un uomo e una donna, che desiderano sposarsi. Una grande stella a 8 punte, simbolo di buon auspicio nel matrimonio, sormonta l’uomo e la donna, i quali si affidano alla stella per coronare questo momento. Ad offuscare furtivamente la presenza luminosa della stella, vi è però il Male nelle sembianze di un drago a guinzaglio di una principessa. Esso è tenuto a bada dalla figura di San Michele in sella al suo cavallo.
Il medesimo messaggio è riproposto anche sul lato destro dell’arco, ma con elementi che riprendono alla cultura orientale. L’uomo e la donna sono infatti rappresentati attraverso la figura di due oche che bevono nella stessa coppa. In corrispondenza del cane sul lato sinistro, su quello destro vi è una gallina che, come il cane, tiene anch’essa in bocca un anello (emblema della fedeltà nel matrimonio).
L’uomo e la donna, ormai uniti, desiderano accedere al grande Albero della Vita, qui rappresentato da un maestoso albero di fico. La processione di angeli nell’arcata inferiore simboleggia un corteo funebre. Il mondo dell’aldilà è infine rappresentato da due figure diverse: sul lato sinistro dall’arcangelo San Michele, su quello destro da un granchio.
Castello de’ Monti
Tra i monumenti di architettura militare e feudale di inizio Cinquecento più affascinanti in Terra d’Otranto, vi è sicuramente l’imponente dimora medievale Castello de’ Monti. È una delle poche fortezze militari salentine che presenta ancora intatto l’antico fossato perimetrale. Sorto probabilmente in epoca medievale, il castello venne completamente rimodernato tra il 1514 e il 1519 per volere di uno dei figli dell’illustre famiglia feudataria de’ Monti, Giovan Battista.
La struttura
Quattro enormi torrioni circolari spiccano in tutta la loro austerità agli angoli del castello a pianta quadrangolare.
Ogni torrione presenta lo stemma della famiglia dei de’ Monti affiancato dalle allegorie delle quattro virtù cardinali (Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza) e dai bassorilievi di alcuni Santi, ai quali fu affidato il compito di vegliare su ciascun torrione. Il torrione a sinistra è dedicato a San Michele Arcangelo, la cui figura è accompagnata dall’allegoria della Fortezza, mentre quello a destra è intitolato a Sant’Antonio Abate, al quale è affiancata l’allegoria della Temperanza. Gli altri torrioni sono infine dedicati a San Giorgio e a San Giovanni Battista, i cui bassorilievi sono affiancati, rispettivamente, dalle allegorie della Prudenza e della Giustizia. Le numerose cannoniere che si aprono lungo i fianchi delle torri e le casematte disposte al piano terra e al primo piano evidenziano come il castello fosse in passato un luogo fortificato.
La trasformazione in palazzo barocco
Venuta meno l’originaria funzione difensiva, nel 1662 il duca Francesco Trane decise di ingentilire il castello, abbellendo la vecchia facciata con una serie di statue allegoriche affiancate da iscrizioni, aforismi, motti e busti di grandi personaggi del passato. Al centro, egli fece infine erigere una statua con la sua effige circondata dalle rappresentazioni allegoriche della Giustizia e della Carità.
Partite per trascorrere una giornata alla scoperta di Corigliano d’Otranto! Un incantevole luogo in cui l’arte e la storia si incastonano nella splendida cornice del Salento!
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